Obedience: disciplina cinofila

La disciplina cinofila più esigente in assoluto in termini di precisione è anche uno strumento straordinariamente potente per collegare la nostra mente con quella del canee creare un rapporto di un’intensità impressionante.

Attenzione, concentrazione, precisione : sono questi i tre elementi “tecnici” che accomunano tutti gli esercizi dell’Obedience .

Il quarto fattore, altrettanto importante, è un elevato livello di intesa e di comunicazione tra il cane e il suo conduttore.

Le prime tre sono qualità che il nostro amico potrà acquisire nel tempo, con sessioni di allenamento progressive, fatte di divertimento e molti premi, e non prima di aver seguito con ottimi risultati un corso di educazione di base , come per qualsiasi disciplina cinofila.

E poiché è soprattutto durante questa formazione iniziale che il cucciolo o il cane adulto sviluppano un rapporto più evoluto con noi, se il corso di educazione è condotto con i metodi rispettosi del cane ormai da lungo tempo disponibili, anche il legame che nascerà sarà improntato all’amore e alla comprensione reciproca.

Si avranno grandi vantaggi non solo per la convivenza ma anche per le future attività sportive che vorremo praticare con il nostro amico, Obedience inclusa, anzi in particolare perché, come accennato, questa attività si basa in primo luogo su un vero e proprio “collegamento mentale” tra noi e il nostro cane, entrambi ugualmente motivati a dare il massimo l’uno per l’altro, in cerca del punteggio più alto.

Ma esattamente, di cosa si tratta?

ESERCIZI IN SERIE

La precisione è tutto, la velocità è relativa. L’Obedience è costituita da una serie di esercizi di vario genere, sia statici sia dinamici, accomunati da una caratteristica in particolare: la precisione dell’esecuzione.

Vanno eseguiti tutti nella stessa sessione di gara , consecutivamente secondo un ordine prestabilito.

Ci sono percorsi da fare con il cane strettamente “incollato” alla nostra gamba, al guinzaglio e senza, richiami da distanze variabili, con o senza fermate, riporto di oggetti, cambi di posizione a comando, esercizi collettivi e individuali, e così via fino ad avere una gamma di prestazioni davvero ampia e affascinante, con difficoltà crescenti a seconda della classe di merito in cui gareggia il cane.

La velocità conta meno della precisione, ai fini della votazione (che prevede punteggi numerici fino al classico “10” e una valutazione generale legata non solo agli esercizi), perché il regolamento prevede che il giudice adatti il punteggio alle caratteristiche di razza o tipologia del cane.

Dunque, un fulmineo Border Collie sarà sempre più rapido di un pesante Bullmastiff , ovviamente, ma non per questo il secondo sarà penalizzato, se avrà eseguito l’esercizio con precisione e con la rapidità consentita dalla sua morfologia e dal suo fisico.

O meglio, così dovrebbe essere ma non sempre chi giudica se ne ricorda, purtroppo. E questo allontana dalla disciplina chi ha cani meno performanti in termini di velocità e reattività.

Conta anche il “piacere” del cane! Tra le più belle particolarità dell’Obedience c’è anche il fatto che la valutazione generale di un binomio in gara non è riferita solo agli esercizi e a come li ha eseguiti il cane.

Vanno considerati anche, e citiamo il regolamento Enci, “Rapporto di collaborazione cane/Conduttore durante gli esercizi”, “Temperamento delle varie razze” “Presentazione e comportamento del concorrente” e, prima ancora, “Piacere che il cane ricava dal lavoro e la volontà nell’eseguirlo” .

In altre parole, chi ha lavorato con metodi violenti o stressanti non avrà accanto un amico entusiasta e desideroso di fare ma, al contrario, entrerà in campo con un partner teso, triste, insicuro perché preoccupato delle conseguenze di suoi eventuali errori… e il punteggio ne risentirà.

È ADATTA A TUTTI

Si comincia per gioco, rispettando i tempi. L’Obedience ha il grande vantaggio di poter essere praticata da qualsiasi cane, di qualunque razza ed età (con un limite di 10 mesi minimo per la classe di gara inferiore e poi a salire).

Questo perché gli esercizi implicano un coinvolgimento più mentale che fisico e l’attività è svolta su substrati morbidi, come erba o tappeti. Il modo migliore per avvicinarsi alla disciplina è un approccio basato sul gioco, per nulla impositivo, considerando e rispettando i suoi tempi di maturazione e di apprendimento di ciascun soggetto.

Ogni cane è, innanzitutto, un individuo con caratteristiche peculiari , che dipendono tanto dalla razza quanto dalla singola personalità. Quindi, non tutti potranno acquisire le necessarie competenze nello stesso momento e non tutti riusciranno a svolgere quanto richiesto con il medesimo risultato.

Poi, stiamo parlando di esercizi via via più complessi, costituiti da diverse azioni da concatenare, perciò i primi dovranno essere suddivisi in una serie di azioni singole da insegnare separatamente e da consolidare, per collegarle successivamente tra loro.

Nell’Obedience, quindi, occorre procedere lentamente, per costruire un “castello” dalle fondamenta solide, ben ancorate al terreno.

Se non si rispettano i tempi di ciascun cane, il risultato sarà quello di ottenere il contrario di quanto voluto, con l’insorgenza di segnali di stress, noia e impazienza. E così, addio divertimento e addio intesa.

Obedience non è “ubbidienza” . Dato il nome, viene spontaneo pensare che questa attività sia una sorta di “ubbidienza specialistica” ma non è così: l’Obedience è una disciplina sportiva sottoposta a precisi regolamenti riconosciuti a livello nazionale e internazionale, mentre la cosiddetta “ ubbidienza ” significa riuscire a gestire il proprio cane correttamente nella vita quotidiana.

Ciò non vuol dire che gli esercizi di Obedience non possano tornare utili nel “mondo reale”, ma non significa nemmeno che senza l’Obedience il nostro amico non possa essere gestito adeguatamente nella vita di tutti i giorni.

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